CasaPaese

Nutrizione e demenza:

un legame che nutre corpo, mente e anima 

Sono una biologa nutrizionista e, da tempo, mi occupo presso CasaPaese del delicato e profondo legame tra nutrizione e demenza.

È un tema che affrontiamo quotidianamente ma che cerchiamo anche di condividere con la comunità attraverso incontri e convegni aperti a tutti, rivolti in particolare ai familiari che si prendono cura dei loro cari. Il nostro obiettivo è chiaro: non lasciarli mai soli, ma offrire loro strumenti concreti, momenti di confronto e uno spazio in cui sentirsi accolti e compresi.

A CasaPaese, l’attenzione verso la persona è al centro di ogni scelta. Per questo motivo, lavoriamo ogni giorno in equipe per costruire menù personalizzati, pensati non solo in base alle necessità cliniche ma anche alle abitudini alimentari di ciascun ospite. Non esistono standard rigidi, ma percorsi individuali perché crediamo fortemente che una corretta alimentazione possa fare davvero la differenza nella vita di una persona con demenza.

Mangiare bene non significa solo rallentare il decorso della malattia, ma anche migliorare l’umore, la vitalità e le capacità relazionali. Pensiamo a chi, ogni giorno, fatica a ricordare anche le cose più semplici: per queste persone, anche un pasto preparato con cura può diventare un gesto di conforto e amore. Il sorriso di chi cucina, l’attenzione ai gusti e alle consistenze, sono piccoli grandi atti che nutrono non solo il corpo, ma anche la memoria emotiva e l’anima.

La nutrizione, quindi, non è solo una questione di cibo. È un atto di amore profondo, che contribuisce a preservare la dignità e il legame con il mondo, anche quando tutto il resto sembra allontanarsi.

Sempre più studi dimostrano come una dieta equilibrata, in particolare quella mediterranea – ricca di frutta, verdura, legumi, pesce, fibre, vitamine e acidi grassi omega-3 – possa ridurre il rischio di sviluppare demenza e migliorare la qualità della vita. Al contrario, le diete occidentali, più ricche di zuccheri e grassi saturi, sono spesso associate a stati infiammatori che aggravano il quadro cognitivo.

Uno dei rischi maggiori per chi vive con la demenza è la malnutrizione. Per contrastarla, una dieta bilanciata è la nostra migliore alleata. Prediligiamo proteine di origine vegetale, come i legumi, riducendo il consumo eccessivo di carne e latticini. Facciamo attenzione che nessun pasto venga saltato e che gli alimenti siano sempre facili da masticare e digerire.

Particolare attenzione è rivolta anche alla vitamina D, oggi sempre più studiata per i suoi effetti protettivi sul cervello. Bassi livelli di vitamina D sono associati a un maggior declino cognitivo, mentre livelli adeguati aiutano a proteggere le cellule cerebrali grazie alla loro funzione antiossidante. La troviamo in alimenti come il pesce e il tuorlo d’uovo, ed è un alleato prezioso soprattutto dopo i 65 anni.

Sappiamo che non possiamo fermare il progresso della demenza, ma possiamo fare qualcosa di straordinario: rendere ogni giorno più dignitoso, più sereno, più ricco di speranza.

Perché alla fine, la vita non è solo ciò che ricordiamo, ma ciò che viviamo, istante dopo istante. E un pasto condiviso, cucinato con amore, può diventare il ponte che unisce la memoria al presente, e il presente alla vita.

Angela Calendino – Biologa Nutrizionista di CasaPaese

Angela Calendino, Nutrizionista

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