La Visione di CasaPaese nasce nel 2020 durante i mesi del lockdown. Sono stati giorni in cui l’equipe del Centro Diurno “Spazio Al.Pa.De” della Fondazione Ra.Gi. a Catanzaro, ha lavorato senza sosta all’interno delle abitazioni delle persone con demenza che non potevano uscire di casa. E’ stata una fase della vita molto difficile da gestire specialmente per le famiglie delle persone con demenza. La loro preoccupazione era tanta. In quel periodo il Comune di Cicala ha pubblicato una manifestazione di interesse per la cessione in fitto di una struttura. Senza pensarci un attimo, in meno di tre giorni, è stato messo su carta il pensiero di trasformare quella struttura in una Comunità Alloggio, una CasaPaese residenziale che avrebbe accolto solo persone con demenza. Una Casa, ambiente di vita per eccellenza, all’interno della quale sarebbe stato costruito un Paese, nucleo di convivenza e condivisione pubblica. Purtroppo, il progetto non finanziava nulla se non la cessione della struttura. Ed è per tale motivo che per la realizzazione di CasaPaese è stata attivata una raccolta fondi.
Tutto ebbe inizio nel 2021, quando la Fondazione Ra.Gi., guidata dalla visionaria Elena Sodano, lanciò una campagna di crowdfunding con l’obiettivo di trasformare un semplice edificio in un luogo di accoglienza e calore. L’ambizione era grande: raccogliere i fondi necessari per arredare gli spazi in modo che rispondessero alle esigenze specifiche di chi vive con la demenza.
La risposta fu straordinaria. La comunità calabrese, insieme a sostenitori da ogni angolo d’Italia, si unì in un abbraccio collettivo di solidarietà. Non si trattò solo di contributi economici, ma di un vero e proprio movimento umano: donazioni di materiali, offerte di competenze, mani tese pronte a costruire un futuro migliore per le persone con demenza. Architetti, scenografi, artisti e persone comuni misero a disposizione il loro talento e il loro tempo, mentre aziende da tutta Italia fornirono arredi e attrezzature specifiche.
CasaPaese è nata senza alcun finanziamento pubblico, ma come frutto esclusivo della generosità e dell’impegno di una rete umana straordinaria. La sua apertura non rappresentò la fine di un sogno, ma l’inizio di un percorso rivoluzionario, destinato a cambiare il modo di concepire la cura delle persone con demenza. Ogni angolo di CasaPaese racconta una storia di amore e dedizione: dall’Antico Bar Italia, dove sorseggiare ricordi, alla Bottega di Leonetto, che richiama alla mente i mercati di un tempo; dalla cappella intima per le preghiere personali al cinema Ettore Scola, che proietta frammenti di vite vissute. Ogni dettaglio è stato pensato per ricreare un ambiente familiare e rassicurante, dove i numeri civici dipinti a mano e gli scorci vista mare guidano gli ospiti in un viaggio nella memoria.
C’è un momento, nella vita di chi sogna, in cui le lacrime non sono più solo di fatica, ma di gioia pura.
Il 22 ottobre 2022 è stato uno di quei momenti. A Cicala, il cuore della Calabria ha iniziato a battere più forte, più caldo, più vero.
Quel giorno, abbiamo aperto le porte di CasaPaese a chi ci ha creduto fin dall’inizio.
Ai donatori, agli amici, alle famiglie, ai volontari, agli sconosciuti che si sono fatti fratelli di strada. E in questa sensazione di orgoglio mista alla tanta gioia che ci circondava, avevamo pure una madrina d’eccezione l’attrice Annalisa Insardà
Abbiamo mostrato loro cosa avevano costruito con il loro amore: non solo mura, stanze, arredi… ma una casa dell’anima, pensata per chi vive con la demenza, un luogo dove la vita non si interrompe ma si trasforma, continua, respira.
Gli occhi lucidi, le mani strette, gli abbracci lunghi… tutto parlava di gratitudine.
Ogni dettaglio – dal bar che profuma di ricordi, alla bottega che rievoca l’infanzia, al giardino che invita alla libertà – raccontava la bellezza di un sogno condiviso.
E la gioia negli sguardi di chi c’era ci ha detto una sola cosa: ne è valsa la pena.
Ma il viaggio non era ancora finito.
Ci sarebbe voluto ancora tempo, ancora pazienza, ancora cuore.
E così arrivò il giorno che avrebbe cambiato tutto: il 1° aprile 2023.
Dopo mesi intensi, dopo aver ottenuto tutte le autorizzazioni del Comune di Catanzaro e dell’Azienda Sanitaria Provinciale, CasaPaese ha finalmente accolto i suoi primi ospiti.
Quel giorno – con la presenza del Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli – ha segnato l’inizio di una nuova era in Calabria.
Non era solo un’apertura.
Era un simbolo.
Un seme che comincia a fiorire.
Le famiglie, quelle che da tempo aspettavano con il cuore colmo di speranza, si sono strette a noi in un abbraccio commosso.
Alcune avevano atteso anni.
Alcune avevano temuto di non farcela.
Ma in quel momento, tutto è diventato chiaro: il sogno non era più un’idea. Era vita.
Abbiamo visto le lacrime delle mogli, i volti segnati dei mariti, le mani tremanti dei figli, lo sguardo pieno di gratitudine di chi, finalmente, sentiva di non essere più solo.
E noi, l’equipe RaGi, con il cuore gonfio e le mani segnate dal lavoro, ci siamo guardati negli occhi e abbiamo capito di aver costruito un porto sicuro per le persone con demenza.
CasaPaese non è un luogo qualsiasi.
È una promessa mantenuta.
È la prova che si può cambiare il modo di prendersi cura, se si ha il coraggio di credere fino in fondo.
È un canto corale di umanità, nato dal basso, senza fondi pubblici, ma con l’amore potente di chi ha scelto di non arrendersi.
E oggi, ogni passo dentro CasaPaese è un passo verso un nuovo modo di vivere la demenza.
Con dignità. Con bellezza. Con comunità.
Perché quando l’amore si fa casa, ogni sogno trova la sua porta.
Ci sono giorni che non si dimenticano.
Giorni che non si contano con il calendario, ma con il cuore.
Il 6 aprile 2024 è stato uno di questi.
UN ANNO.
Un anno da quando CasaPaese ha aperto le sue porte alla vita, ai ricordi, ai sorrisi fragili ma veri delle persone con demenza.
Un anno da quando questo luogo unico al mondo, nato nel cuore di Cicala, ha iniziato a scrivere una storia diversa.
Una storia di umanità, di dignità, di amore senza condizioni.
In tanti erano con noi: le famiglie, gli ospiti, gli amici, e anche le istituzioni, rappresentate dal sottosegretario all’Interno, onorevole Wanda Ferro.
Ma ciò che ci ha fatto tremare le mani e brillare gli occhi è stata la consapevolezza profonda che stavamo celebrando qualcosa di più di un semplice compleanno.
Stavamo celebrando l’inizio di una nuova era, l’alba di una nuova vita per le persone con demenza.
Guardandoci indietro, in quel giorno, la fatica è sparita.
Tutti i sacrifici, le notti senza sonno, i “non ce la faremo mai”, si sono dissolti.
C’era solo una certezza: andare avanti.
Continuare, con ogni passo, con ogni respiro, con ogni strategia possibile, a difendere la dignità di chi troppo spesso viene dimenticato.
Quel primo compleanno è stato il nostro giuramento silenzioso ma potente:
non torneremo più indietro.
Perché ormai lo sappiamo: chi ha visto la luce non può più accettare il buio.
Chi ha ascoltato le risate leggere degli ospiti nei corridoi di CasaPaese,
chi ha visto gli occhi di una madre riconoscere suo figlio per un istante,
chi ha sentito il profumo della memoria nei piccoli gesti quotidiani…
non può più restare in silenzio.
È una dichiarazione d’amore verso chi vive la demenza.
È un manifesto vivente che grida al mondo:
“Queste persone sono un valore. Un dono. Un insegnamento.”
Il 6 aprile 2024, abbiamo spento la prima candelina.
Ma in realtà, abbiamo acceso un fuoco.
Un fuoco che non vogliamo spegnere mai.
Perché da qui in poi, il nostro unico orizzonte è quello della libertà, della cura vera, della rivoluzione dolce che mette al centro l’essere umano, sempre, fino alla fine.
CasaPaese è nata per restare.
E con lei, il nostro impegno incrollabile a cambiare il modo di guardare la demenza.
Perché ogni persona con demenza è una storia che vale la pena ascoltare. Una vita che merita di essere vissuta. Una luce che non deve spegnersi mai.