Profonda stima per il lavoro svolto da Emilio Casalini all’interno di “Generazione Bellezza”, dove ha dato voce alla quotidianità della CasaPaese per demenze di Cicala.
Ma Emilio non si è limitato a raccontare: Emilio è entrato in relazione.
La sua voce, i suoi silenzi, il suo modo di guardare e aspettare sono strumenti di pura emotività.
Non c’è invadenza, non c’è pietismo, ma un rispetto raro.
Emilio ha scelto non solo di documentare, ma di abitare per un attimo quel tempo dilatato in cui vivono le persone con demenza, restituendogli dignità e bellezza.
Ho pensato di selezionare dei piccoli gioielli narrativi del suo racconto, che mostrano come, il linguaggio dell’anima richieda tempo, ascolto, compassione.
Ho scelto in particolare, il momento con Ines.
Ne racconterò altri.
Ma il vissuto con Ines è di una potenza lirica disarmante: Emilio si avvicina a lei senza interrompere il suo mondo, senza correggere né giudicare.
Le sta accanto. Aspetta.
Riconosce senso nel non-senso apparente.
Tutto contribuisce a creare uno spazio sicuro in cui anche un linguaggio apparentemente incomprensibile diventa una possibilità di incontro.
In quel frammento, si assiste a un atto di cura. Raro e prezioso per Ines.
Il messaggio che vogliamo trasmettere è chiaro:
c’è un modo diverso di stare accanto alle persone con demenza.
Non si tratta di capirle, ma di accoglierle.
Non si tratta di correggerle, ma di rispecchiarle, anche nel loro silenzio.
Ecco perché Generazione Bellezza non è stato solo un programma televisivo.
È stato un atto di giustizia sociale, culturale, umano.
Un’opera d’arte relazionale.
Grazie Emilio, Livia Russo Russo, Davide Rinaldi.
Grazie a tutti voi.
Per chi volesse rivedere la puntata su #Rai3 di “Generazione Bellezza” di Emilio Casalini ecco il link
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